Pan Per Focaccia https://www.panperfocacciablog.com Una porta aperta sulla cucina di casa mia Mon, 08 Jul 2019 18:02:25 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.10 I coccoli toscani https://www.panperfocacciablog.com/2016/12/i-coccoli-toscani.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-coccoli-toscani https://www.panperfocacciablog.com/2016/12/i-coccoli-toscani.html#comments Sun, 11 Dec 2016 16:43:22 +0000 https://www.panperfocacciablog.com/?p=4426

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L’inverno è quasi arrivato, Natale è alle porte, c’è forse un periodo migliore per le coccole?
Le coccole questa volta sono al maschile, infatti la ricetta di oggi è quella dei coccoli toscani.

coccoli-toscani-1Gli ingredienti per circa 40 coccoli sono:

– 400g di farina integrale
– 300ml di acqua tiepida
– 20g di lievito di birra fresco
– 1 cucchiaio colmo d’olio d’oliva
– 1 cucchiaino raso di zucchero
– 1 pizzico abbondante di sale
– olio di semi di arachidi

Sciogliamo il lievito nell’acqua tiepida con lo zucchero.
Versiamo la farina in una ciotola, aggiungiamo l’acqua e impastiamo con l’impastatrice con il gancio a foglia per qualche secondo.
Aggiungiamo il sale e l’olio e continuiamo ad impastare a velocità moderata finché l’impasto non si arrotola tutto intorno al gancio.
Sostituiamo il gancio a foglia con il gancio a uncino e azioniamo nuovamente l’impastatrice finché l’impasto non si arrotola tutto intorno al gancio.
Ripieghiamo l’impasto un paio di volte su se stesso e adagiamolo nuovamente nella ciotola.

coccoli-toscani-2Copriamo la ciotola con le pellicola da cucina e lasciamo lievitare l’impasto in un luogo tiepido per circa 2h o finché il volume non raddoppia.

coccoli-toscani-3Riempiamo una padella con abbondante olio di arachidi, scaldiamolo a fuoco vivace, quando è caldo buttiamo al suo interno un pezzettino di impasto, se l’olio forma tante bollicine intorno all’impasto vuol dire che è sufficientemente caldo per friggere.
Aiutandoci con due cucchiaini formiamo tante palline di impasto e tuffiamole nell’olio bollente.

coccoli-toscani-4Rigiriamole a metà cottura, finché diventano uniformemente dorate.
Scoliamo i coccoli e adagiamoli sulla carta per fritti, poi continuiamo fino ad esaurimento dell’impasto.
Cospargiamoli con il sale fino e serviamoli con prosciutto crudo e stracchino.

coccoli-toscani-5I coccoli originali sono fatti con farina bianca, ma a mio avviso la farina integrale da loro più gusto.
Il prosciutto crudo dovrebbe essere toscano, ma io mi sono “accontentata” del prosciutto di Parma, più facile da reperire dalle mie parti.
Però ho fatto ammenda con il vino Ruffino, così ho recuperato tutta la toscanità perduta.

coccoli-toscani-6Vi lascio la tradizionale foto del presepe, che ogni anno si accresce di qualche pezzo in più.
Presto dovrò iniziare a distribuire le statuine su due livelli!

presepe-classico-thun-1Buona serata!

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Paris-brest di Felder https://www.panperfocacciablog.com/2016/01/paris-brest-di-felder.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=paris-brest-di-felder https://www.panperfocacciablog.com/2016/01/paris-brest-di-felder.html#comments Sat, 30 Jan 2016 15:22:09 +0000 https://www.panperfocacciablog.com/?p=4098

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L’anno scorso, per il compleanno, ho chiesto come regalo qualche libro di cucina tra cui un tomo tutto rosa e pieno di promesse: “Patisserie” di Christophe Felder.
Tra le tante delizie proposte ne ho scelta una che mi ha colpita la prima volta che l’ho sfogliato: i Paris-brest.

Paris-brest 1La crema mousseline con cui si farciscono i Paris-brest si prepara mescolando insieme una crema pasticcera arricchita, un crema al burro spumosa e un tocco di crema di nocciole (quest’ultima si può sostituire con il pralinato di nocciole, la cui ricetta è disponibile QUI).

Gli ingredienti per circa 10 Paris-brest sono:

– 4 uova
– 125g di acqua
– 70g di farina
– 55g di burro
– 1/2 cucchiaino di zucchero
– 1 pizzico di sale fino
– 50g di mandorle tagliate a lamelle
– zucchero a velo

Per la crema mousseline:

– 250ml di latte intero
– 18og di burro morbido
– 75g di crema di nocciole
– 110g di tuorli
– 35g di albumi
– 70g di acqua
– 242g di zucchero
– 25g di amido di mais
– 25g di burro
– 1 baccello di vaniglia

Per prima cosa prepariamo la crema pasticcera.
Facciamo bollire il latte con la bacca di vaniglia aperta in due, nel frattempo montiamo insieme 60g di tuorli, 60g di zucchero e la maizena.
Versiamo il latte caldo sui tuorli, dopo aver rimosso la bacca di vaniglia, e continuiamo a montare con la frusta finché il composto non diventa spumoso e chiaro. Travasiamolo in una pentola e cuociamo a fuoco vivace mescolando continuamente con la frusta.
Quando è sufficientemente densa (immergendo un cucchiaio di legno nella crema, sulla superficie del cucchiaio deve restare un velo opaco) spegniamo il fuoco e lasciamola raffreddare.

Paris-brest 2 Passiamo alla pasta choux che ci serve per preparare il corpo dei Paris-brest.
Mettiamo in una pentola l’acqua, il burro, lo zucchero e il sale. Facciamo fondere il burro, quando è completamente fuso togliamo la pentola dal fuoco e uniamo la farina setacciata, mescolando con una frusta. Quando la farina è stata completamente assorbita, rimettiamo la pentola sul fuoco e lasciamo asciugare il composto mescolando continuamente per circa 30”.
Togliamo nuovamente la pentola dal fuoco e aggiungiamo rapidamente un uovo alla volta, mescolando fino al completo assorbimento (è importante mettere un uovo per volta per evitare di ottenere un impasto troppo liquido, ad esempio io ne ho usate solo due e mezzo sulle tre previste).
Imburriamo e infariniamo una leccarda e, aiutandoci con uno stampino, imprimiamo sulla farina dei cerchi larghi circa 7cm.
Mettiamo la pasta choux in una sacca da pasticcere con bocchetta tonda e formiamo delle ciambelle, seguendo i segni sulla leccarda.

Paris-brest 3 Spennelliamo le ciambelle così ottenute con l’uovo sbattuto e distribuiamo in superficie le mandorle a lamelle.

Paris-brest 4 Cuociamole nel forno preriscaldato a 180°C per circa 25′ o finché non risultano ben dorate in superficie.

Paris-brest 5 Ora è il turno della crema al burro.
Mettiamo in una padella 50g di burro e 20g d’acqua e cuociamo finché non inizia a bollire e a formare tante bollicine trasparenti (temperatura di 118°C). Nel frattempo montiamo a neve gli albumi con 12g di zucchero. Versiamo lo sciroppo bollente a filo sugli albumi continuando a montare fino ad ottenere una meringa lucida e soda.

Paris-brest 6 A parte montiamo i tuorli finché non diventano giallo chiaro. Mettiamo in una pentola 50g d’acqua e 120g di zucchero e prepariamo nuovamente uno sciroppo (sempre 118°C).
Versiamo a filo sopra i tuorli continuando a montare finché non otteniamo una crema liscia e fluida.

Paris-brest 7 In una ciotola montiamo il burro finché non diventa cremoso e spumoso, poi uniamo i tuorli montati.
Quando il tutto è omogeneo uniamo la meringa e continuiamo a montare.

Paris-brest 8 Infine prepariamo la crema mousseline.
Montiamo insieme 400g di crema al burro, 250g di crema pasticcera e la crema di nocciole fino ad ottenere una crema soffice e omogenea.

Paris-brest 9 Assembliamo i Paris-brest tagliandoli in due e riempiendoli con la crema usando una sac à poche con la bocchetta a stella francese, dopodiché spolverizziamoli con lo zucchero a velo.

Paris-brest 10Vi avanzerà un po’ di crema mousseline, ma non preoccupatevi, vi basterà armarvi di cucchiaio e sparirà in men che non si dica.
I Paris-brest devono essere conservati in frigorifero, ricordandosi di tirarli fuori almeno 30′ prima di servirli.

Buona serata!

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Di radicchio e cultura: #MarcaTrevisoInRosso https://www.panperfocacciablog.com/2016/01/di-radicchio-e-cultura-marcatrevisoinrosso.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=di-radicchio-e-cultura-marcatrevisoinrosso https://www.panperfocacciablog.com/2016/01/di-radicchio-e-cultura-marcatrevisoinrosso.html#comments Sun, 17 Jan 2016 17:59:36 +0000 https://www.panperfocacciablog.com/?p=4055

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Un paio di mesi fa, chi di voi mi segue sui social, si sarà accorto che un intero mio weekend è stato caratterizzato dall’incontro a tu per tu con un ortaggio unico nel suo genere: il radicchio tardivo di Treviso IGP.

MarcaTrevisoIn Rosso 1 Infatti grazie al Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso e Zeta Group, con la collaborazione di Ortoromi e del Consorzio di Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP, ho potuto prendere parte al mirabolante blogtour #MarcaTrevisoInRosso che ha avuto luogo dal 27 al 29 novembre 2015.

Il blogtour è iniziato il venerdì pomeriggio, ma per motivi lavorativi ho potuto raggiungere i miei compagni di viaggio solo dal venerdì sera, giusto in tempo per una gustosissima cena a base di radicchio presso il ristorante “Al Fogher” di Treviso dove, udite udite, abbiamo assistito alla preparazione del tiramisù, rigorosamente a base di pan di spagna, come vuole la tradizione.

MarcaTrevisoIn Rosso 2 I miei colleghi, ovvero 8+1  foodblogger di iFood (la +1 ci seguiva da casa) e una coppia di travelblogger, erano piuttosto provati perché il pomeriggio li aveva visti protagonisti di un entusiasmante tour de force culturale, alla scoperta di El Greco, Escher e del Museo Bailo.
Per cui tutti a nanna presto a Villa Braida, per recuperare le forze in vista dei due giorni che ci attendevano.

Il sabato il signor radicchio si è mostrato in tutta la sua beltà, letteralmente dal campo alla tavola.
Sotto la guida di Paolo Manzan dell’azienda agricola “Nonno Andrea”, ho visto il radicchio ancora “giovane e amaro” piantato nel campo, l’ho visto “rinato” mentre faceva il bagnetto nelle sorgenti del Sile, l’ho visto “pulito e profumato” pronto per essere cucinato e l’ho visto, purtroppo per lui e per fortuna per me, “cotto e saporito” grazie all’abilità dello chef Martino Beria.

MarcaTrevisoIn Rosso 3MarcaTrevisoIn Rosso 4MarcaTrevisoIn Rosso 5MarcaTrevisoIn Rosso 6 Da bravo trasformista quale è, l’ho visto anche “tramutato in birra”, perché, come ci ha dimostrato Ivan Borsato, proprietario del microbirrificio “Casa Veccia”, se uno la birra la fa bene può osare degli abbinamenti che voi umani non potete neanche immaginare (ma dopo averli assaggiati vi sfido a rinunciarvi).

MarcaTrevisoIn Rosso 16MarcaTrevisoIn Rosso 8MarcaTrevisoIn Rosso 9Come potrete immaginare, in questo weekend ho mangiato, poi mangiato e ancora mangiato.
Ma non pensiate che sia stata tutto il tempo seduta a gozzovigliare, ho avuto modo anche di visitare le meraviglie che offre la Marca Trevigiana: Villa Emo, il centro di Castelfranco, Villa Corner della Regina sono i posti che ho avuto modo di scoprire e che spero di avervi invogliati a visitare grazie alle foto che ho postato su Instagram man mano che il tour procedeva.

MarcaTrevisoIn Rosso 10MarcaTrevisoIn Rosso 11MarcaTrevisoIn Rosso 12 Molto spesso si pensa che le cose da vedere siano sempre lontano da casa, mentre a volte basta guardarsi intorno per scoprire delle meraviglia inaspettate.
Una su tutte? La Mostra di Ceramiche della Collezione Varo, presentata in anteprima in occasione del blogtour. É aperta fino al 25 aprile, quindi siete ancora in tempo per andare a vederla.

MarcaTrevisoIn Rosso 13 Ultimo elemento del weekend, ma sicuramente non il meno importante, è stato il divertimento. Il gruppo di blogger si è dimostrato veramente affiatato, sia nei momenti culturali sia nei momenti più conviviali (vogliamo parlare della cena di gala all’Hotel Fior seguita da una pazza serata all’insegna del rossetto rosso, dei tacchi alti e della musica a palla?).

MarcaTrevisoIn Rosso 14MarcaTrevisoIn Rosso 15 Persino Ileana, che a causa di un contrattempo ha potuto seguirci solo tramite social, ci ha sostenuti per tutto il corso del weekend.
Che dire, un’esperienza bellissima e indimenticabile.

Un grazie di cuore va a Agnese, Chiara, Elisabetta, Ileana, Monica D., Monica G., Roberta, Romina, SilviaViktoriya e Vitaliy per aver condiviso con me queste giornate.
Ed al Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso, Zeta Group, Ortoromi e il Consorzio di Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP per averlo reso possibile.

Buona serata!

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Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano – parte seconda https://www.panperfocacciablog.com/2015/10/alla-scoperta-di-molino-moras-e-dentesano-parte-seconda.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=alla-scoperta-di-molino-moras-e-dentesano-parte-seconda https://www.panperfocacciablog.com/2015/10/alla-scoperta-di-molino-moras-e-dentesano-parte-seconda.html#comments Sun, 18 Oct 2015 14:41:15 +0000 https://www.panperfocacciablog.com/?p=3841

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Vi avevo lasciati qualche giorno fa con la promessa di raccontarvi qual è il destino dei prosciutti cotti Dentesano, dopo che vengono chiusi nello speciale stampo in acciaio che gli da la forma caratteristica.
Vi siete persi la prima parte? Nessun problema, la trovate QUI.
L’avete letta? Allora potete proseguire!

Dopo la formatura, i prosciutti e gli arrosti vengono cotti in celle termiche, la durata e la temperatura della cottura vengono regolate tramite una sonda termica che viene posta al cuore del prodotto. Ciò permette di ottenere un prodotto sicuro dal punto di vista sanitario. Nella stessa area dei forni è presente anche un affumicatoio e due celle frigorifere, queste ultime servono per abbattere la temperatura dei prodotti dopo la cottura fino a 4°C. La fase di raffreddamento deve durare quanto quella di cottura.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 20Terminato il raffreddamento, il prodotto viene confezionato in un’area in cui l’aria viene trattata per rimuovere il maggior numero di microrganismi.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 21 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 22Per sicurezza i prodotti confezionati vengono comunque passati in un autoclave dove l’azione combinata di calore e pressione permette di abbattere la carica batterica residua.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 23 Infine si ritorna al freddo, in una cella frigorifera dove i prodotti vengono stoccati prima della spedizione ai clienti.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 24 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 25Terminata questa seconda visita e spogliati della tenuta da esploratori spaziali, siamo risaliti in macchina per spostarci al Mulino Stel, un antico mulino ristrutturato dalla famiglia Dentesano e adibito a foresteria per l’organizzazione di eventi.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 26 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 27 Nella ridente cornice del mulino, ci siamo avventati sul cibo: i primi a comparire sono stati il prosciutto cotto caldo in crosta di pane con cren su fette di baguette e il salame di Nonno Angelo accompagnato dalla focaccia al rosmarino e cipolla disidrata.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 28 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 29 Nel mentre Fabrizio Gallo della cantina Masùt Da Rive ha proposto una degustazione di vini: il Friulano DOC Isonzo del Friuli 2014, il Sauvignon Blanc DOC Isonzo del Friuli 2014, il Pinot Nero DOC Isonzo del Friuli 2013  e il Cabernet Sauvignon DOC Isonzo del Friuli 2013.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 30 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 31 Poi ci siamo spostati all’interno dove abbiamo trovato ad attenderci un’enorme tavolata.
Abbiamo degustato l’anatra all’arancia su misticanza con panini al profumo di arancia.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 32 A seguire prosciutto cotto al tartufo su cracker all’amaranto e arrosto di coniglio.
Infine un gustoso stinco di maiale alla birra con patate al forno e grissini al rosmarino.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 33 Tutti i prodotti da forno sono stati realizzati con la farina del Molino Moras, mentre le carni erano tutte Dentesano.
Pieni e felici, non sapevamo che altre sorprese ci aspettavano.
In primis la lezione sulle farine e il lievito madre del maestro Giovanni Gandino.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 34 Tantissime nozioni raccontate in modo semplice e divertente.
Ad esempio lo sapete che i  microrganismi che si trovano nel lievito di birra sono presenti naturalmente nell’aria e di conseguenza anche nel lievito madre?
E che la farina non contiene glutine e che quest’ultimo si forma durante la lavorazione?
Una cosa interessante che ho scoperto è che non bisogna usare acqua tiepida nei lievitati, ma per calcolarne la temperatura bisogna fare un piccolo calcolo matematico: (24 * 3) – la temperatura ambiente – la temperatura della farina (che è uguale a quella ambiente – 1°C) – 1°C per ogni minuto di uso dell’impastatrice (se si usa un’impastatrice casalinga).
Infine mi sono rassegnata sul fatto che il lievito madre deve essere accudito con molta più dedizione di quanto abbia mai fatto, ovvero deve essere rinfrescato almeno una volta al giorno. Sarà per questo che l’ho già assassinato due volte?
Terminata la lezione  è arrivato un piatto di dolci golosi realizzati dal panificio/pasticceria Tondon, accompagnati dalle profumate tisane di Ferri dal 1905.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 35 A quel punto la giornata è terminata e dopo aver salutato tutti coloro che hanno reso la giornata speciale sono rotolata fuori dalla porta sorridente e piena come un uovo.

La festa è continuata anche a casa, infatti ho ricevuto in dono tantissimi prodotti che non vedo l’ora di provare, grazie alla generosità di Molino Moras, Dentesano, QB, Masùt Da Rive e Ferri dal 1905.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 36 Ho portato a casa anche un pezzo del lievito madre di Giovanni, ad oggi è ancora vivo come testimonia la foto qui sotto (è un lievito madre tecnologico, non legge la stampa cartacea, ma adora usare lo smartphone).

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 37Non mi resta che concludere ringraziando Molino Moras, Dentesano, QB, Masùt Da Rive, Ferri dal 1905, Tondon, Cristina Rojaz per avermi invitata, Giovanni Gandino per la lezione sul lievito, Alessandra, Annalisa, Chiara, Sabrina, Susanna e Valentina per la compagnia a tavola, Solema e Tiziana per aver condiviso un breve viaggio in auto, gli altri foodblogger per la compagnia e tutti coloro che ci hanno viziati e coccolati per tutta la giornata.

Buona serata!

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Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano – parte prima https://www.panperfocacciablog.com/2015/10/alla-scoperta-di-molino-moras-e-dentesano-parte-prima.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=alla-scoperta-di-molino-moras-e-dentesano-parte-prima https://www.panperfocacciablog.com/2015/10/alla-scoperta-di-molino-moras-e-dentesano-parte-prima.html#comments Thu, 15 Oct 2015 16:57:09 +0000 https://www.panperfocacciablog.com/?p=3837

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Tempo fa ho ricevuto da Cristina del blog Ventunsettembre un invito a partecipare ad un evento insolito dedicato alle foodblogger organizzato in collaborazione con QB: una visita ad un mulino e un salumificio, per scoprire insieme quali delizie si possono trovare nel territorio friulano.
Ed è con questa premessa che sabato mattina sono partita alla volta di Trivignano Udinese.
Prima tappa: il Molino Moras.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 1Il Molino Moras, con i suoi 100 anni di vita, è attivo nel campo della produzione di farina di grano tenero da sei generazioni.
Nicoletta MorasAnna Pantalani e Valentina Zilli ci hanno raccontato di come il molino, stabilitosi in Veneto e poi in Friuli Venezia Giulia, abbia sempre lavorato per offrire un prodotto di elevata qualità.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 2 Particolare attenzione è stata posta sul tempo effettivo di produzione della farina: un intero anno, infatti il grano impiega nove mesi per trasformarsi da chicco a spiga matura, per poi essere raccolto, macinato, imbustato e lasciato riposare per un mese, affinché la farina sia sufficientemente matura per l’utilizzo.
Perché questo anno sia realmente ben speso, è importante utilizzare di grano di elevata qualità, con il corretto tasso d’umidità e privo di tossine pericolose.
L’insieme delle antiche tradizioni tramandate di generazione in generazione e delle nuove tecnologie che permettono, ad esempio, di ridurre al minimo la quantità di peso sollevata a mano dagli operatori, è il mix vincente da cui nascono le farine del Molino Moras che oggi conosciamo.
Terminata questa breve presentazione, il nostro palato è stato deliziato da alcuni prodotti dolci e salati preparati con farine Moras e da deliziose tisane di Ferri dal 1905.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 3 Nel mentre il nostro naso veniva torturato dai profumi che arrivavano dal forno, pieno delle delizie che il maestro Giovanni Gandino stava preparando per il pranzo.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 4 Dopo la merenda di metà mattina, è iniziato il tour vero e proprio.
Abbiamo seguito il percorso del grano, a partire dal suo ingresso dove viene pesato e analizzato a campione in laboratorio, per determinarne le caratteristiche chimico-fisiche.
Lungo il percorso che ci ha portati dalle celle di deposito del grano al molino attuale, abbiamo ammirato l’ingresso storico del Mulino Moras, adornato da un affresco di Sant’Antonio.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 5 Dopo un simpatico aneddoto sul perché i mugnai non hanno un santo protettore tutto per loro, ci siamo addentrati nell’area prettamente produttiva.
Dapprima abbiamo visto con i nostri occhi quali sono i prodotti che vengono separati nella prima fase di pulizia meccanica del grano.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 6 Il grano pulito viene condizionato tramite l’aggiunta di acqua e riposa fino ad un massimo di 48h prima di proseguire il suo cammino.
A seguire entra nei laminatoi e il prodotto ottenuto ad ogni passaggio attraverso i rulli viene separato da un setaccio vibrante in base alla granulometria (Anna ci ha dato una dimostrazione pratica di come vengono separate le varie tipologie di farina all’interno del setaccio meccanico).

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 7 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 8 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 9 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 10 Le tipologie di farine sono molte e ognuna ha le sue peculiarità, dettate da una legge italiana (lo sapevate che la differenza tra la farina 0 e la farina 00 è solo lo 0,1% di sali minerali?).
Non è vero però che la farina 00 va bene solo per i dolci e la farina integrale solo per il pane, ciò che fa realmente la differenza è la quantità di proteine, gliandina e glutenina, contenute al loro interno e che dipende esclusivamente dal grano utilizzato. Per descrivere questa caratteristica si parla di forza della farina, quel W che finalmente oggi inizia a comparire sulle confezioni di farina.
Alcune tipologie di farine le conosciamo tutti perché si trovano sugli scaffali del supermercato, altri prodotti come la crusca, il cruschello e il farinaccio non li vediamo mai perché vengono utilizzati per l’alimentazione animale.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 11 Fortunatamente del chicco di grano non si butta via niente.
Le farine ottenute vengono infine confezionate in sacchetti di carta (la farina deve “respirare”) e fatte maturare fino alla consegna al consumatore.
Una cosa che mi ha colpito molto è il modo in cui si misura la forza della farina, tramite l’alveografo di Chopin.
In pratica si crea un campione formato di farina e acqua a cui viene applicata una pressione che forma una bolla di impasto, quando la bolla esplode l’alveografo restituisce un grafico da cui si ricava, tra gli altri,  il valore di forza e di elasticità.
Terminato il giro, pieni di utili informazioni ed entusiasmo, abbiamo dato un ultimo sguardo al negozio adiacente alla fabbrica, pieno di farine di tutti i tipi e per tutti i gusti.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 13 Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 12Seguendo Claudio Fabbro lungo le strade del Friuli, ci siamo spostati nella vicina Percoto per visitare lo stabilimento Dentesano.
Accompagnati da Paolo, Federico e Chiara Dentesano e Federica, abbiamo visitato questo salumificio che produce prosciutti, arrosti e insaccati partendo da materie prime di eccellenza.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 14 Ho scoperto ad esempio che in Friuli Venezia Giulia esiste il marchio A.Qu.A., che certifica che un determinato prodotto alimentare utilizza materie prime prodotte interamente in Friuli. Inutile dire che Dentesano si fregia di questo marchio, infatti molti prodotti sono realizzati con carne di suini nati, cresciuti e lavorati all’interno della regione.
Dopo aver appreso alcune nozioni base su come viene insaporita la carne tramite siringatura e di come vengano cotti i prodotti arrosto e affumicati (fino a 26h con affumicatura a base di faggio e ginepro), siamo stati tutti dotati del kit per l’accesso all’azienda alimentare, in modo da non mettere a repentaglio la salubrità dei reparti e dei prodotti.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 15 Il primo reparto che abbiamo visitato è stato quello di produzione dei wurstel, la cui carne viene macinata all’interno di un grande macchinario.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 16 I wurstel Dentesano vengono realizzati a partire da carne magra di bovino e suino, con l’aggiunta di grasso di gola e aromi e sono insaccati in budello di montone.
Siamo poi passati al reparto di produzione di prosciutti e arrosti.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 17 Dopo un rapido sguardo alla siringatrice per prosciutti cotti, abbiamo sbirciato nel frigorifero. Inutile dire che nonostante l’aria fresca che arrivava, la vista dei prosciutti mi ha causato un bel brontolio di stomaco (si, lo so, avevo già fatto due colazioni, ma che volete farci? La fame è fame).

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 18 A seguire, Federico Dentesano ci ha mostrato come viene “ricomposto” un prosciutto prima di essere cotto, in quanto dopo la fase di disossatura perde la sua forma naturale.

Alla scoperta di Molino Moras e Dentesano 19Ora dovrei parlarvi della cottura, ma questo post sta diventando lunghissimo e non voglio riassumere troppo perché non renderei giustizia alle mille cose viste, imparate, assaggiate e gustate in questa lunga giornata.
Perciò se volete sapere come continua la produzione dei prosciutti cotti tenete gli occhi puntati sul blog, perché a breve pubblicherò la seconda parte.

Buona serata!

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Saranno famosi: tutti votino Andrea Torri! https://www.panperfocacciablog.com/2015/07/saranno-famosi-tutti-votino-andrea-torri.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=saranno-famosi-tutti-votino-andrea-torri https://www.panperfocacciablog.com/2015/07/saranno-famosi-tutti-votino-andrea-torri.html#respond Wed, 22 Jul 2015 17:22:34 +0000 https://www.panperfocacciablog.com/?p=3605

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Sono passate ormai più di tre settimane dall’inizio della grande sfida.
Di cosa sto parlando?
Ovviamente di Saranno Famosi, la sfida dei migliori sous chef d’Italia.

Come riportato sul sito di iFood:

“Dalla prestigiosa e importante partnership tra iFood, Inalpi, Festa della Rete e Altissimo Ceto, nasce la nuova e frizzante sfida che vi terrà attaccati al web per tutta l’estate!

Si tratta di “Saranno Famosi”, la sfida che vedrà coinvolti 20 Sous Chef italiani e 20 squadre di food blogger del network iFood. Ogni squadra, composta da 5 iFoodies e capeggiata da 1 Sous Chef, sfiderà le altre a colpi di ricette, condivisioni, video, immagini, curiosità e molto altro.

Dunque: 20 Sous Chef, quindi 20 squadre, per un totale di 100 food blogger, si sfideranno in un torneo ad eliminazione.

Ogni settimana, da lunedì 29 Giugno, scenderanno in campo 5 Sous Chef e le rispettive squadre di food blogger. Ogni squadra presenterà al web la miglior ricetta del proprio sous chef.  Al termine della settimana, passerà il turno il Sous Chef la cui ricetta avrà ottenuto più condivisioni in tutta la rete.

E così, la sfida proseguirà per altre 3 settimana con presentazione, ogni settimana, di altri 5 chef.

Al termine della 4a settimana, ci saranno i 4 sous chef più “amati” d’Italia che si sfideranno in una semifinale ad eliminazione perchè solamente 2 di loro potranno dimostrare il loro valore durante una gara in cucina, che si svolgerà il 12 Settembre alla Festa della Rete!”

Questa settimana sono scesa in campo anch’io con altre quattro super foodblogger:

Antonella Bova

Fedora d’Orazio

Giorgia Riccardi

Patrizia Cinus

Il sous chef che ci è stato affidato è il giovane Andrea Torri.

Andrea Torri
che propone come ricetta il “risotto mantecato al formaggio di latte, polvere di capperi canditi, gamberi rossi “sudati” al burro chiarificato, germogli di borraggine”.

Ricetta Andrea Torri
Come possiamo aiutarlo a vincere la sfida e a diventare il #‎TopSouschef2015‬?

Ma è semplicissimo!
Basta cliccare QUI e condividere il post che racconta la sua storia e la sua ricetta usando i tasti di condivisione che troverete sotto il suo nome.

Condivisioni-Andrea-Torri
Come vedete le condivisioni ora sono 271.
SONO POCHISSIME!!!!
Bisogna rimediare!!!

Bastano pochissimi secondi per dare un contributo, un piccolo sforzo per un grandissimo risultato.

Perciò condividete, condividete, condividete!

Buona serata!

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Benarrivato iFood! https://www.panperfocacciablog.com/2015/03/benarrivato-ifood.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=benarrivato-ifood https://www.panperfocacciablog.com/2015/03/benarrivato-ifood.html#respond Mon, 23 Mar 2015 20:01:00 +0000 http://www.panperfocacciablog.ifood.it/?p=20

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Ebbene si, dopo tanta attesa, tanta curiosità e tanto tutto è finalmente online: iFood.it.

Avrei tante cose da dire, ma lascio che sia questa mirabolante infografica a parlare e a spiegare che cos’è iFood.

iFood è fatto da tanti foodblogger che ci mettono la faccia, nel vero senso della parola!
E ce la metto anch’io, riuscite a trovarmi?

Spero di aver stuzzicato la vostra curiosità, non vi è venuta voglia di saperne di più?
Correte sul portale e mangiatelo con gli occhi, non rimarrete delusi!
E scopritelo su tutti i social:

TwitterFacebookInstagram e Pinterest

Che altro dire, benarrivato iFood!

Buona serata!

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Una mattina in distilleria con la famiglia Poli https://www.panperfocacciablog.com/2014/10/una-mattina-in-distilleria-con-la.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=una-mattina-in-distilleria-con-la https://www.panperfocacciablog.com/2014/10/una-mattina-in-distilleria-con-la.html#comments Mon, 13 Oct 2014 18:35:00 +0000 http://www.panperfocacciablog.ifood.it/?p=41

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Un paio di settimane fa io e Roberto abbiamo visitato un posto speciale: la distilleria Poli di Schiavon, vicino a Bassano del Grappa.

La prima parola che mi viene in mente se ripenso alla visita è passione.


La passione di Jacopo Poli, che ci ha accompagnati personalmente alla scoperta del processo produttivo che trasforma le vinacce in grappa, la passione di Alberto e Lorna, che tra un aneddoto di famiglia e una nozione tecnica hanno reso la visita piacevole e interessante, la passione che trasuda dal luogo stesso, dove ogni dettaglio è curato minuziosamente e nulla è lasciato al caso.

La distilleria Poli è antica, affonda le sue radici nel lontano 1898, ma all’interno si respira un’aria che coniuga tradizione e modernità (e un immancabile aroma di grappa).

Il colore caldo del rame degli impianti si intervalla con il colore del legno e con il rosso dei mattoni del fabbricato, creando un’atmosfera accogliente e familiare.
Non sembra di essere in un impianto produttivo, ma ci si sente come a casa propria.

Un altro tocco di rosso lo da la moto Guzzi del padre di Jacopo, Toni, che ha dato il nome ad un aperitivo dal colore infuocato: l’Airone Rosso.

Sebbene sia rimasta affascinata dall’impianto produttivo, la parte della visita che più mi ha colpita si è svolta nei sotterranei.

Qui ci siamo dedicati agli assaggi: Cleopatra, Maria, Poli Barrique, Miele e Camomilla, ovviamente in piccole dosi, altrimenti non saremmo stati in grado di ritrovare l’uscita!
Infine, dopo un assaggio di Airone Rosso, abbiamo fatto quattro passi nel museo (se vi capita di visitarlo non perdetevi l’olfattometro che permette di annusare tutti gli aromi delle grappe restando perfettamente sobri).

Concludo il post con una bellissima foto fatta da Lorna Geremia, che ritrae l’allegra combriccola che ha preso parte alla visita in distilleria.

Non mi resta che ringraziare Jacopo Poli, Lorna e Alberto per la magnifica mattina che ci hanno regalato, e le colleghe bloggalline Lara e Ileana per la compagnia.

Buona serata!

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Si vendemmia! https://www.panperfocacciablog.com/2014/10/si-vendemmia.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=si-vendemmia https://www.panperfocacciablog.com/2014/10/si-vendemmia.html#comments Sun, 05 Oct 2014 15:04:00 +0000 http://www.panperfocacciablog.ifood.it/?p=43

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Due domeniche fa ho partecipato alla prima festa della vendemmia della mia vita.

L’occasione si è presentata grazie alle Tenute Tomasella che hanno aperto le porte a me, a Roberto e tante altre foodblogger con le loro famiglie (bloggalline, of course) per permetterci di osservare più da vicino la produzione del vino, dalla raccolta dell’uva alla degustazione del prodotto finito.

La giornata è partita con la vendemmia vera e propria che ha visto come protagonisti tutti i bambini presenti.
Per prima cosa abbiamo fatto una bella passeggiata tra i filari di viti che ci hanno regalato un bellissimo mix di colori estivi e autunnali.

Arrivati a destinazione i bambini, armati di guantini e mini cesoie, si sono divertiti a riempire le cassette di uva.

Ma non è finita qui, perché dopo aver riportato indietro il carico a bordo di un trattore, hanno potuto schiacciare l’uva come una volta, ovvero saltando a pieni nudi sopra i grappoli appena raccolti.

Terminata la vendemmia, ci siamo dedicati alla degustazione guidata di tre vini bianchi sotto la guida di Loris Varnier.

Chi mi conosce sa che sono astemia, ma ho voluto comunque partecipare per imparare qualcosa di più e ho trovato la lezione decisamente interessante.
Ho avuto modo di sentire, ad esempio, cosa rende diverso un vino affinato in barrique, poi ho percepito la differenza tra le note floreali derivanti da fiori gialli e da fiori bianchi, insomma tanti piccoli dettagli che per una profana come me sono sempre passati inosservati.
I vini che abbiamo assaggiato sono il Rigole Brut, il Bianco di Rigole e il Le Bastìe Bianco.

Dopo la degustazione è giunto il momento del pranzo.
Abbiamo assaggiato un risotto al melone e un orzotto alle verdure e speck, poi abbiamo mangiato una gustosa tartare e della squisita carne grigliata preparata dalla “Macelleria Vicenzutto” di Fiume Veneto (per altro hanno condiviso con noi partecipanti la ricetta della tartare che presto proverò a rifare).

Infine ci siamo addolciti con dei golosi biscotti della pasticceria “In Piazza” di Orsago.

A pancia piena, siamo stati accompagnati da Paolo Tomasella a visitare gli impianti, passando in mezzo a moderni tini in acciaio e tradizionali botti in legno, scoprendo in dettaglio come avviene la magia che trasforma l’uva in vino.

A fine giornata ci siamo concessi qualche passo nel parco della tenuta, ricco di verde e angoli caratteristici.

Non poteva mancare una foto con tutte le bloggalline presenti, del resto questa giornata è stata un’ottima occasione per ritrovare tante compagne di avventure e per conoscerne dal vivo di nuove.

Non siamo bellissime?
Ringrazio Caterina Comingio delle Tenute Tomasella e Mara Caumo per la bellissima giornata, inoltre tutte le bloggalline presenti per aver reso la giornata speciale (Roberta, Elisa, Alessia, Michela, Elisabetta, Monica, Ombretta, Lara, Michela, Alessandra, Ileana).

Buona serata!

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Con Venchi il mondo è #buonobuonissimo https://www.panperfocacciablog.com/2014/02/con-venchi-il-mondo-e-buonobuonissimo.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=con-venchi-il-mondo-e-buonobuonissimo https://www.panperfocacciablog.com/2014/02/con-venchi-il-mondo-e-buonobuonissimo.html#comments Mon, 24 Feb 2014 19:09:00 +0000 http://www.panperfocacciablog.ifood.it/?p=77

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Parte oggi la nuovissima campagna di comunicazione Venchi #buonobuonissimo.

Come resistere a così tanta bontà?
Se volete saperne di più sintonizzatevi sui canali social Venchi.

E per chiudere in bellezza, in attesa delle prossime spumeggianti novità, unitevi a me e a tutti i fan Venchi intonando quest’inno alla “cioccolosità”.

Buono buonissimo Sano sanissimo
Bianco dolcissimo Nero amarissimo
Nocciolatissimo Delicatissimo
Sempre più issimo di qualità
Solo la vostra golosità
potrà cantare questa bontà
di qualità
di qualità
di qualità

Buon cioccolato a tutti!

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