È passato quasi un anno da quando mi sono procurata la pentola necessaria per preparare la ricetta di oggi.
Un anno in cui ho continuato a rimandare, un po’ perché non riuscivo a trovare gli ingredienti, un po’ perché la preparazione mi spaventava un po’. Di cosa sto parlando? Di uno dei miei piatti giapponesi preferiti: i takoyaki.
Per la ricetta mi sono affidata al sito “Cooking with dog”, una garanzia per quanto riguarda le ricette giapponesi.
Alcune precisazioni sugli ingredienti: il dashi in polvere è simile al nostro brodo granulare, io ne ho usato uno alla sarda dal sapore molto intenso; il katsuobushi è tonno essiccato in fiocchi, a mio avviso non è sostituibile con altri ingredienti; infine il beni shoga è zenzero marinato, si distingue dallo zenzero per sushi perché a differenza di quest’ultimo è di colore rosso.
Gli ingredienti per circa 20 takoyaki sono:
– 1 polpo
– 1 uovo sbattuto
– 340ml di acqua tiepida
– 100g di farina 00
– 1 cucchiaio di salsa di soia
– 1/2 cucchiaio di dashi in polvere
– 1 pizzico di sale fino
– katsuobushi
– beni shoga
– le foglie verdi di 2 cipollotti
– salsa per okonomiyaki
– alga nori
– olio di semi
Per prima cosa prepariamo il polpo (o polipo). Mettiamolo in una pentola piena di acqua fredda e cuociamolo a fuoco vivace per circa 1h o finché, se punzecchiato con una forchetta, risulta tenero.
Facciamolo raffreddare, poi eliminiamo gli occhi e il becco e tagliamolo in pezzi di circa 1-2cm.
Teniamo 20 pezzi, uno per ogni takoyaki, e usiamo il resto per l’insalata di polpo (QUI la ricetta).
Prepariamo ora la pastella.
Sciogliamo il dashi nell’acqua tiepida, a parte mescoliamo la farina e il sale. Uniamo il brodo a filo e mescoliamo con una frusta, poi uniamo la salsa di soia e l’uovo sbattuto e continuiamo a mescolare finché non diventa uniforme.
Mettiamo la pentola per i takoyaki sul fuoco e scaldiamola fino a farla diventare rovente.
Spennelliamo ciascuna cavità con l’olio di semi, dopodiché riempiamo ciascuna semisfera con la pastella, riempiendo anche gli spazi tra una semisfera e l’altra.
Mettiamo subito al centro di ogni semisfera un pezzo di polpo, dopodiché cospargiamo tutta la superficie della pentola con del katsuobushi, delle foglie di cipollotto tritate e dei pezzetti di beni shoga.
Con due stecchini di legno (o con gli appositi utensili), raccogliamo la pastella intorno alle semisfere e raduniamola verso il centro di ciascuna cavità.
A questo punto giriamo le semisfere e come per magia vedremo formarsi delle sfere dorate.
Continuiamo a cuocere per un paio di minuti, rigirandole ancora una volta per farle colorare bene tutto intorno.
Togliamo i takoyaki dalla pentola e decoriamoli con la salsa per okonomiyaki, l’alga nori a pezzetti e il katsuobushi.
Ripetiamo tutto il procedimento di cottura fino ad esaurimento della pastella, spennellando le cavità d’olio tra una cottura e l’altra.
I takoyaki devono essere mangiati roventi, ricordo di aver visto in uno dei documentari di Anthony Bourdain alcuni giapponesi che gli mostravano come gustarli al meglio (ovvero soffiando e alitando tra una masticata e l’altra per cercare di contenere il dolore dovuto all’ustione di terzo grado).
Io ho barato e alcuni li ho mangiati tiepidi e posso assicurarvi che sono goduriosi anche così.
Buona serata!
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