A casa mia sono note come cartellate, ma altrove sono conosciute come nevole o rose (Wikipedia docet). Anche quest’anno è giunto il loro momento ed anche quest’anno io e mia madre ci siamo messe in società; credo che farle in solitudine sia un lavoro decisamente gramo, tanto più che, se si vuole prepararle, bisogna partire con almeno tre o quattro giorni di anticipo.
Per l’impasto gli ingredienti sono i seguenti:
– 500g di farina 00
– 50g di olio
– vino bianco
Il primo giorno è quello della realizzazione vera e propria. Su una spianatoia disponiamo la farina a fontana e al centro mettiamo l’olio. Dopo averlo mescolato con un po’ di farina, aggiungiamo il vino come fosse l’acqua per la pizza, vale a dire mettiamone un poco alla volta e impastiamo fino ad ottenere una palla consistente e liscia. Se è troppo molle aggiungiamo un po’ di farina. La quantità del vino non la so, l’ho aggiunto ad occhio, però l’impasto deve risultare così.
Stendiamo l’impasto, come spessore io uso il numero 5 della macchina sfogliatrice (spero che i numeri siano standard). Con una rotella per ravioli ricaviamo dalla sfoglia delle strisce lunghe 20-30cm e larghe 2cm. Ognuna di queste va “pizzicata” ogni 2cm circa per ricavare delle piccole conche, fino ad ottenere una striscia in cui si hanno alternati i punti in cui i due bordi della striscia sono adesi e i punti in cui c’è la conchetta. Dobbiamo quindi arrotolare la striscia su se stessa, formando una piccola spirale (dobbiamo scegliere due o tre punti in cui attaccare le conche dei giri adiacenti della spirale in modo che la cartellata non si apra).
Le cartellate così ottenute devono essere lasciate ad asciugare fino al giorno successivo; se possibile conviene ribaltarle dopo qualche ora in modo da farle essiccare bene da entrambe le parti.
Il secondo giorno è quello della frittura. In una padella con abbondante olio caldo friggiamo le cartellate da entrambe i lati, mettiamole quindi a scolare su della carta da cucina. Se vogliamo fare le cose per bene, lasciamole ancora un giorno avvolte nella carta da cucina al fine di eliminare più olio possibile.
Il terzo giorno immergiamo le cartellate nel vino cotto e mettiamole in un contenitore. Sul fondo si formerà uno strato di vino cotto che farà si che le cartellate più in basso diventino più morbide. I giorni successivi svuotiamo il contenitore e invertiamo l’ordine di disposizione delle cartellate, riversando sopra il vino cotto che c’era sul fondo; in questo modo dopo due o tre giorni saranno tutte ugualmente morbide.
Un’alternativa al vino cotto è costituita dal miele. Possiamo inoltre decorare le cartellate con degli zuccherini colorati, che però ho scoperto tardi di non avere in casa; ho quindi riciclato delle decorazioni amorfe di ghiaccia reale che avevo conservato per pietà e che sono state sbriciolate sui dolcetti.
Come vedete è una ricetta dai tempi biblici, ma che riserva sempre grosse soddisfazioni.
E mi raccomando: il giorno in cui deciderete di portare le cartellate in dono a qualcuno, ricordate di chiudere il contenitore in due, tre o mille buste di plastica sigillate, perché se il vino cotto scappa è in grado di sporcare cose inimmaginabili.
Buona serata!
ciao cristina
auguri di buon Natale e felice anno nuovo
Con affetto Lucia
Tantissimi auguri anche a te!
molto dettagliata e utlie .. mi piace , cercavo proprio questa ricetta , le ho fatte altre volte ma non avendo pratica non ho avuto il risultato perfetto . Proverò con le tue .